1) Fra i 27 paesi della UE, l’Italia è penultima per quanto riguarda il finanziamento pubblico all’istruzione universitaria.
2) Nel settore strategico della ricerca & sviluppo l’Italia ha destinato nel 2007 l’1,2% del PIL, ultimo fra i paesi dell’OCSE.
3) Le pubblicazioni dei ricercatori italiani – per quantità e qualità – sono classificate fra le prime 10 al mondo.
4) Negli ultimi 3 anni è aumentata sensibilmente la disoccupazione fra i laureati, sia triennali che magistrali (dal 14% al 21%). Stesso andamento per i specializzati (dal 9% al 15%).
5) Il reddito medio di ingresso di un neo-laureato è di 1100 euro mensili, il più basso – a parità di potere d’acquisto – fra tutti i paesi dell’OCSE.
6) La quota di laureati che provengono a loro volta da famiglie in cui è presente almeno un laureato è la più alta fra tutti i paesi dell’OCSE.
7) Solo il 14% degli imprenditori italiani è in possesso di una laurea. Si tratta della quota più bassa fra tutti i paesi dell’OCSE.
8) La riforma Gelmini ha abrogato definitivamente la figura del ricercatore a tempo indeterminato, sostituendolo con contratti a tempo determinato per una durata complessiva non superiore ai 6 anni.
9) La manovra finanziaria di Tremonti ha contemporaneamente stabilito che le università potranno spendere per i contratti a tempo determinato solo il 50% di quanto spendevano nel 2009. Questo significa che il numero di ricercatori a tempo determinato sarà inferiore a 200 unità in tutta italia, verosimilmente fra 30 e 50.
10) Il fondo di finanziamento ordinario delle università subirà un taglio di 1076 milioni di euro nel 2011, solo in parte compensato dalla legge di stabilità (800 milioni di euro), da cui vanno ulteriormente decuratati i soldi necessari per bandire i concorsi da professore associato per gli attuali ricercatori “ad esaurimento”.
(Fonti: ISTAT, AlmaLaurea, CPU, Accademia dei Lincei)